Le conseguenze del male by Gian Andrea Cerone

Le conseguenze del male by Gian Andrea Cerone

autore:Gian Andrea Cerone [Cerone, Gian Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2024-04-04T22:00:00+00:00


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Michele Falchi ha atteso pazientemente che l’ultima volante della polizia se ne andasse e si è rialzato con calma, schiaffeggiando i pantaloni e la maglietta sporchi d’erba e terriccio. Aveva scelto di appostarsi su una collina alberata poco a nord della villa, nascosto tra la vegetazione. Da lì, con l’aiuto di un binocolo, era riuscito a scorgere tutto lo svolgersi degli eventi, a partire dall’arrivo della donna delle pulizie. Aveva studiato bene le abitudini della colf, sapeva che arrivava tutti i giorni verso le dieci del mattino, spesso in ritardo di qualche minuto. Quel giorno invece si era presentata puntuale come un orologio svizzero. Un’utilitaria l’aveva scaricata insieme alle borse della spesa davanti al cancello e lei era salita lentamente fino alla porta principale. Dopodiché era stata una questione di secondi, quelli necessari alla donna per scoprire il corpo del giudice Cremaschi appeso al soffitto come un frutto senza vita. Falchi non aveva potuto sentire il suo urlo di terrore, perché era troppo lontano dalla casa, ma aveva visto la porta spalancarsi di colpo. La domestica si era appoggiata allo stipite e aveva armeggiato con il telefonino. Le lenti del cannocchiale avevano inquadrato le sue labbra che scandivano freneticamente alcune parole, il viso sconvolto che impallidiva sempre più.

La volante era arrivata un quarto d’ora dopo. Una gazzella dei carabinieri, da cui erano scesi in tre, probabilmente della stazione di Carate Brianza. Due di loro avevano parlato a lungo con la testimone, sostando insieme a lei sulla soglia di casa. Evidentemente avevano ricevuto l’ordine di recarsi sul posto, ma non quello di accedere alla scena del crimine. E infatti mezz’ora dopo due pantere della polizia e un’auto blu avevano inchiodato davanti al cancello, sollevando un velo di polvere sullo sfondo azzurro del mattino.

Un uomo con un completo in fresco lana leggero e una camicia aperta sul collo aveva impartito degli ordini secchi e poi il gruppetto aveva dato l’assalto alla villa. Nel frattempo erano arrivate altre due pattuglie, seguite dai mezzi della Scientifica, da un’ambulanza e, poco dopo, da un furgone della Mortuaria. Un circo a cielo aperto si era messo in movimento, generando un inesausto andirivieni di operatori su e giù dalla scalinata di pietre.

Michele Falchi non conosceva l’uomo che era sceso dall’auto blindata, ma era certo che si trattasse di un collega di Cremaschi, probabilmente il piemme incaricato delle indagini dalla procura di Milano. Sul volto di Falchi si era allargato un sorriso malevolo, la rapida reazione della magistratura significava che aveva colpito nel segno. A breve gli sbirri avrebbero stabilito un nesso con la richiesta di riapertura del caso Arienti e si sarebbero mossi in fretta. Lui doveva anticiparli e portare a termine il suo piano nel più breve tempo possibile. Una volta eliminati i suoi obiettivi, agli investigatori ci sarebbero voluti anni per ricomporre il puzzle e a quel punto lui sarebbe stato altrove. Lontano e al sicuro, probabilmente ai Caraibi o sul litorale di qualche sperduta località sudamericana a godersi il sole e le onde dell’oceano.

Nel primo pomeriggio era arrivata un’altra volante, ad alta velocità e a sirene spiegate.



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